Descrizione
Il gesto e il segno - C’è un’antitesi tra gesto e segno?
Per Jano Sicura è fondamentale lo scarabocchio. Lui indaga il suo inconscio liberando l’ istinto. Mentre disegna, Jano danza. I suoi segni sul foglio bianco sono impulsi veloci. A muovere pastelli e carboncini è una misteriosa energia che pare avvolgere il tempo. Ne risultano grovigli, nodi, gomitoli, segni forti e determinati. Le sculture in ferro di Jano risolvono nella terza dimensione graffi, scarabocchi, gesti istintivi. Disegni e sculture, assemblati in un unico spartito, disegnano nello spazio un‘ istallazione che pare riprodurre un suono atavico.
Per Sergio Camin il segno ponderato è necessario. Lo vedo chiuso nel suo "scriptorium" come un monaco amanuense.
Sergio trasferisce al foglio la sua forza intuitiva e questa si trasforma in un codice miniato contemporaneo. Un codice costruito da segni precisi, assoluti. Sono linee formate da altri piccoli segni tracciati a matita o velati dall’ acquarello. Sono linee spezzate dalle forme che incontra visitando luoghi immaginari abitati da scogli, ulivi, città invisibili, labirinti.
I lavori di Sergio, come i codici miniati, vanno osservati con particolare attenzione, perché rilevano elementi sorprendenti. Quindi, la questione del quesito iniziale ”C’è un‘ antitesi tra segno e gesto?” credo che abbia trovato una risposta che va al di là della forma espressiva. Tutti gli artisti esplorano la follia ed è cosi che possono fornire all‘ umanità gli strumenti per pensare.